Riportiamo una lettera inviata alla presidente Maria Stea: la storia di chi dona commuove tutti.
A fine luglio, ho ricevuto una lettera di testimonianza di un donatore / una donatrice che nei giorni precedenti aveva portato effettivamente a compimento il suo contributo, il suo aiuto e sostegno ad un piccolo paziente malato. Tipizzato un anno fa, pronto a donare. Un tipo giusto c’è sempre. Tocca a noi riuscire a trovarlo e far sì che sia pronto.
Salve presidente,
se nei giorni scorsi ho potuto donare il midollo ad un piccolo paziente molto malato è perché un anno fa mi sono tipizzat*. Se non fosse stato per l’evento fortemente desiderato da Admo Puglia e dai suoi rappresentanti sul territorio, io questa fortuna non l’avrei avuta.
Sì, mi sento fortunat* nell’aver potuto compiere un gesto così semplice, ma così importante.
Spesso riceviamo notizie di persone malate ma molti di noi hanno la fortuna di non conoscerle da vicino, me compres*. Non le nascondo che sono stat* egoist* in qualche mia preghiera chiedendo appunto di lasciarle sempre lontano da me. Ma la realtà, invece, è che queste malattie ci sono. E possono essere anche molto vicine.
È per questo che mi sento fortunat*: per aver potuto dare il mio contributo. L’idea che una mamma e papà ora hanno una speranza è motivo di vita. Piango commoss* immaginandoli nella morsa della sofferenza per il loro amato: con il mio aiuto spero possano ritornare alla serenità.
Anche a qualche giorno di distanza, mi batte forte il cuore, fortissimo. Fino al giorno precedente alla donazione, ho avuto paura ma ero motivat*. Appena finita la procedura, invece, ho promesso che il mio impegno non sarebbe finito qui. Devo dare testimonianza perchè si può aiutare davvero il prossimo: nulla ho sofferto, solo gioia!
Combattiamo il dolore con un gesto d’amore: è tanto semplice, quanto importante.
Grazie Maria, mi hai sostenut* umanamente e professionalmente.
La tua luce è di incoraggiamento.